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domenica 25 novembre 2012

POGGIO COCOLA


Conosciuto nella letteratura archeologica come Poira, dal nome della masseria che si trova a sud del poggio, è ubicato alla sommità del complesso di colli a sud del fiume Simeto.
La dispersione ceramica rinvenuta in superficie testimonia una frequentazione nel Bronzo Antico e nell'età del Ferro ma il periodo meglio attestato è quello arcaico. Già nel 1959 il prof. G. Rizza individuò i resti di un abitato di età greca, identificandolo con Inessa, città indigena menzionata da diversi autori antichi. Su questo centro urbano riferisce in particolare Diodoro Siculo (11,76,3), tramandando che i seguaci di Ierone I di Siracusa, insediati a Catania dal tiranno nel 476 a. C. e fuggiti verso le colline dopo la sua morte, si stanziarono ad Inessa chiamandola Aetna. Il problema topografico di Inessa non può dirsi ancora risolto, infatti né la testimonianza di Tucidide né quelle di Strabone o degli Itinerari di età romana, che pongono Inessa /Aetna a metà strada tra Catania e Centuripe, consentono di andare oltre una generica ubicazione della città nella zona dell'Etna, sul tracciato della via interna Catania-Termini Imerese, moltiplicando le ipotesi di localizzazione (tra le proposte si trovano Civita, S. M. Licodia o il monastero di S. Nicola all'Arena presso Nicolosi).
 
Gli scavi effettuati dalla Soprintendenza nell'estate del 1995 non hanno rilevato evidenze chiare né per un muro di epoca greca né per una città greca rinchiusa all'interno, né hanno portato alla luce gli edifici citati dalla fonti (un Tempio di Ercole, un foro), che confermerebbero l'identificazione del centro urbano con Inessa. Attraverso i saggi effettuati dalla Soprintendenza, sono stati rinvenuti resti di muri che presentano lo stesso orientamento, databili tra la fine del VI e li V secolo a. C., e che attestano, appunto, la presenza di una città costruita con regolare impianto urbanistico.
 
Le mura, affioranti sul piano di campagna per un tratto di 30 m. circa ed ipotizzate per tutto il resto, delimiterebbero una vasta area comprendente le alture di P. Cocola e della masseria Poira, distanti in linea d'aria 750 metri circa l'una dall'altra. All'interno delle mura ricade un edificio comprendente tre ambienti, allineati in senso est-ovest, dei quali si conserva meglio quello centrale, con ingresso sul lato sud. Degli ambienti contigui si conservano pochi tratti di mura perimetrali. I materiali raccolti permettono di datare gli ambienti tra il VI e il V secolo a. C. E' l'estensione di questo muro a rimanere incerta: la lettura delle fotografie aeree scattate sopra questa zona hanno indotto lo studioso Dinu Adamesteanu ad identificare un lungo muro che comprende sia Poggio Cocola che la zona attigua alla masseria Poira e alla contrada Mongicene verso il fiume Simeto, mentre lo studioso S. Borzì, nel libro "Sicilia Schiava", connette questo muro con una masseria tardo antica da lui chiamata Nenciana, a causa dei cippi recanti l'iscrizione "SN" presenti lungo il corso del muro. Rimane certa quindi l'ipotesi di un insediamento indigeno ellenizzato limitato all'area, già piuttosto ampia, del Poggio. La fioritura di questo insediamento va certamente messa in rapporto con gli insediamenti di Monte Castellaccio.
 
Nell'area di Poggio Cocola sono ubicati i resti del così detto "Castello della Baronessa di Poira", un complesso di edifici di antica fattura delimitati da mura di cinta, eretti probabilmente su costruzioni di epoca romana. Sulla collina è venuta alla luce (1995) una necropoli ellenistica con tombe di VI/V secolo. Poco lontana si trova la Grotta degli Schiavi, un Eragstulum romano, dove venivano posti gli schiavi alla fine della giornata.

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