Si giunge a Monreale da Palermo, percorrendo il bellissimo asse viario che partendo dal mare - dalla Cala, l'antico porto di Palermo - e attraversando la capitale (lungo il Cassaro, poi via Toledo, oggi Corso Vittorio Emanuele) prosegue per Corso Calatafimi e lungo lo stradone per Mezzomonreale, che si inerpica tra tornanti e splendidi scorci della vallata.
Questa strada è già parte dell'itinerario turistico-monumentale che vi consigliamo: la sua sistemazione urbanistica, così come la vediamo oggi, risale al
periodo barocco, quando divenne usuale per l'aristocrazia palermitana salire in carrozza fino a Monreale per godere di un po' di frescura durante gli assolati pomeriggi estivi.
Si costruirono allora le scenografiche fontane marmoree che puntellano il percorso, offrendosi alla sosta degli accaldati gitanti. Di belle fontane pubbliche, seppure meno monumentali di queste, è puntellata l'intera città, ed è interessante per il visitatore seguirne il circuito lungo le strade cittadine.
Monreale è famosa nel mondo per la sua splendida Cattedrale.
La chiesa è l'esempio più importante dell'
architettura normanna in Sicilia: al gusto nordico si affiancarono qui elementi classici, tradotti ed interpretati dalle maestranze arabe e bizantine che ancora abitavano l'isola al tempo della costruzione e che lavorarono assiduamente al manufatto (mirabile esempio dunque di sincretismo religioso-architettonico).
La fabbrica fa parte di un complesso abbaziale di vastissime dimensioni, che si sviluppa tra il giardino del Belvedere, la piazza Guglielmo e la piazza della Cattedrale.
Il monastero comprendeva anche un chiostro, un ampio cortile, un grande dormitorio, due refettori (uno per i monaci infermi), la biblioteca e la sala capitolare, oltre a tutti gli spazi di servizio per quella che doveva essere in origine una cittadella fortificata ed autosufficiente, come testimoniano le tracce superstiti del sistema di torri che si trovano lungo il lato occidentale del complesso, inglobate nella cortina muraria (la Torre Fornace, la Torre Belvedere…).
Una di queste, la cosiddetta Torre delle Carceri, si trova inserita nella fabbrica della bella Chiesa degli Agonizzanti, posta esattamente di fronte all'ingresso della Cattedrale.
Questa piccola chiesa ad aula merita una visita sia per gli interessanti stucchi che la decorano, sia per lo straordinario paramento murario medievale rinvenuto durante gli ultimi interventi di restauro.
E' in corso di restauro d'altronde tutto il complesso abbaziale che, una volta restituito alla comunità in forma organica ed unitaria, potrà essere di nuovo apprezzato come
l'unicum architettonico-urbanistico di straordinario valore storico e qualità estetiche che doveva essere in passato.
La chiesa fu costruita in circa quindici anni, con una rapidità di esecuzione che fa pensare ad una organizzazione molto strutturata ed organica del lavoro e ad una direzione unica del cantiere (piuttosto che corale, come era tipica dei cantieri medievali).
La facciata è racchiusa ai lati da torri quadrate che stringono un portico a tre arcate, inserito nel
'700. L'ingresso all'aula avviene attraverso la splendida porta bronzea di Bonanno Pisano: 42 formelle che meravigliosamente raccontano l'Antico e il Nuovo Testamento.
Il portico settentrionale è invece opera rinascimentale di Gian Domenico e Fazio Gagini: su questo lato il portale di ingresso fu realizzato nel XII sec. da Barisano da Trani.
Fate un giro intorno alla chiesa, passando sotto il suggestivo arco che collega la chiesa al Palazzo Reale (oggi sede dell'Amministrazione comunale), per
andare ad ammirare le absidi, spettacolari, decorate da fasce di archeggiature policrome (calcare e pietra lavica) sorrette da colonnine pensili. All'interno la chiesa ha pianta basilicale, a tre navate, con transetto, absidi, e tetto ligneo a capriate decorate.
Molti dettagli dell'impianto decorativo interno (i pavimenti e la fascia basamentale) rivelano una chiara matrice islamica, ma lo straordinario paramento musivo fu realizzato certamente da mosaicisti provenienti dall'Oriente e da Venezia.
I mosaici d'oro delle navate, raccontano per immagini, vera Bibbia dei poveri, le storie del Vecchio Testamento e la Vita di Cristo.
Nel catino absidale troneggia, invece, ieratica e magnificente, la figura del Pantocratore.
La fabbrica della Cattedrale rappresenta il fianco meridionale del Chiostro benedettino: un quadrato di 47 metri di lato, porticato con una teoria continua di arcate a sesto acuto sostenute da 228 colonnine abbinate e decorate da intarsi moreschi tutti differenti.
Diversi l'uno dall'altro sono anche i capitelli, ornati mirabilmente con motivi antropomorfici, fitomorfici e con altri elementi di fantasia (tradizionali dell'immaginario medievale).
L'angolo nord-ovest del Chiostro accoglie una fontana a colonna intarsiata, di chiara ispirazione moresca e di forte valenza simbolica (l'acqua è elemento di purificazione sia nella tradizione cristiana che musulmana).
Dal Chiostro si può passare, attraverso il Dormitorio benedettino, da poco splendidamente restaurato, al Giardino del Belvedere (belli gli esemplari di magnolia), dal quale si gode di una vista amplissima sulla Conca d'Oro e la Valle dell'Oreto.
Rimanete qui qualche istante in silenzio, astraetevi dalla confusione, allontanatevi dal gruppo (se siete arrivati a Monreale con una gita organizzata) e immaginate come doveva essere questa valle all'epoca di Gugliemo II e ancora prima, al tempo degli
arabi: una sconfinata, intatta pianura verde e lussureggiante, rigata di corsi d'acqua, punteggiata dai casini di caccia e di piacere degli emiri, profumata di fiori d'arancio e gelsomino.
Capirete allora perché un viaggiatore arabo definì questi luoghi "il paradiso sulla terra".
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