Capo Gallo è un promontorio roccioso che si
specchia nel mare di Palermo, separando i golfi di Mondello e
Sferracavallo, frapponendosi a Monte Billiemi a sud e a
Monte Pellegrino ad est e costituendo la chiusura naturale del gruppo
di monti che delimitano la Conca d'Oro. La loro mole ripara Palermo e le borgate
limitrofe dai fastidiosi venti di scirocco, lasciando solo due accessi al mare:
a ponente la 'porta' di Sferracavallo ed a levante quella di Mondello.
Capo
Gallo è sovrastato dal monte omonimo, una formazione carsica formatasi nel
periodo Mesozoico (225 milioni di anni fa) e nell'Eocene medio
(54 e 33,7 milioni di anni fa) che presenta numerose manifestazioni erosive
superficiali e parecchie cavità nel sottosuolo o grotte. Il versante
settentrionale del monte è quello che mantiene le caratteristiche naturali
meglio conservate, mentre quello meridionale si presenta con un suolo pietroso,
brullo e steppico. La Riserva Naturale, che ha un estensione di 586
ettari, è stata istituita con Decreto dell'Assessorato Regionale Territorio e
Ambiente n.970/91 ed è gestita dall'Azienda Foreste Demaniali della Regione
Siciliana che l'ha salvata da uno stato d'incuria e abbandono e l'ha resa
fruibile al pubblico. Il territorio è caratterizzato dalle biodiversità e al suo
interno coesistono micromondi naturali dal fascino unico e diverse specie
endemiche esclusive di questo territorio, tanto che l'area è stata inserita
nella lista dei Sic (Siti d'importanza comunitaria).
La Riserva
può essere visitata ogni giorno a piedi attraverso i percorsi segnati nelle
apposite tabelle. Si può accedere all'area mediante tre punti: il primo sul versante
orientale attraverso una proprietà privata accanto alla Torre di
Mondello; il secondo dal versante opposto sempre attraverso una stradella
privata che inizia in contrada Barcarella di Sferracavallo; il terzo sul
versante meridionale, dal quale attraverso una strada comunale che inizia alle
spalle di Partanna Mondello e costeggia Pizzo Sella si può
arrivare sino a quota 527 m. s.l.m. al cosiddetto Semaforo,
interessante costruzione militare di avvistamento.
Proprio sulle cime del
monte si trova l'habitat ideale per i piccoli uccelli tra cui le
cincie, i fringillidi, il merlo,
l'occhiocotto e il colombaccio. Di notte sulle pareti rocciose
è possibile avvistare il barbagianni e l'allocco più diffuso
tra la vegetazione. Nonostante la forte antropizzazione alla base del monte,
vive anche la volpe, il più grosso mammifero predatore superstite in
Sicilia. Sul Monte Gallo, si possono osservare molte specie interessanti in
transito nelle stagioni di passo come la cicogna bianca, il falco
pecchiaiolo, il coloratissimo gruccione ed il cuculo. Di
grande interesse sono le numerose specie endemiche o rare quali: Limonio di
Palermo (Limonium panormitanum) specie molto rara esclusiva di Capo Gallo e
Monte Pellegrino, Allium lehmannii, Centaurea ucria,
Scabiosa limonifolia, Brassica rupestris, Hieracium
lucidum, Lithodora rosmarifolia ecc. Si possono anche osservare
alcune orchidee selvatiche le più interessanti delle quali sono l'Ofride
verde-bruna siciliana, l'Ofride verde-bruna palermitana e
l'Ofride di Branciforti.
Le zone
sommerse
Lo sviluppo costiero della riserva muta dalla bassa
costa di Isola delle Femmine fino all'imponente promontorio di Monte
Gallo. Gli organismi marini presenti variano in relazione all'idrodinamismo,
all'esposizione dei versanti, al grado di illuminazione e alla natura dei
substrati. Appena ci si immerge per esempio si nota un marciapiede a vermetidi,
una struttura formata da un'infinità di minuscoli molluschi i 'Dendropoma
petraeum' la cui presenza indica che le acque sono ancora pulite ed
ossigenate. Questi microorganismi difatti, crescono all'interno di tubi calcarei
gli uni sugli altri creando un'ampia struttura molto resistente. Le formazioni
di marciapiede di maggiori dimensioni si trovano sotto il Faro, attorno
all'Isola delle Femmine, e a levante, a Punta Barcarello. E'
sorprendente come a poca distanza da Palermo e a ridosso di Mondello siano
conservati ambienti così belli e incontaminati dal punto di vista naturalistico.
Capo Gallo sul versante a mare è privo di urbanizzazioni e conserva nella sua
fascia costiera ambienti rari in tutto il Mediterraneo. Ciò è dovuto all'azione
di varie correnti marine che consentono a questi luoghi di godere di acque
pulitissime ed ossigenate. Le zone circostanti sono inoltre ricche di massi e
cavità dove i colori delle spugne si contrappongono all'arancione delle
madrepore e alle ramificazioni del corallo.
Qui nuotano indisturbati branchi di cefali ed
esemplari di scorfano di Madeira. Infine, la presenza di
plancton e di correnti marine attira pesci pelagici come le
ricciole, i palamiti e i pesci luna. Nel perimetro
dell'area marina protetta sono racchiusi altri ambienti spettacolari come i
prati di Posidonia o di Cymodocea. Sono questi gli ambienti
dove è più facile incontrare, oltre a seppie e polpi, grandi esemplari di
nacchera, una specie protetta simbolo del Mediterraneo. Gli appassionati di
immersione possono spingersi ad esplorare luoghi più profondi. A Largo di
Punta Barcarello tra i 25 e i 35 metri si possono ammirare alcuni
terrazzamenti dai quali si può ricostruire il livello delle acque nel corso dei
millenni. Circa 20.000 anni fa difatti, le acque del pianeta si erano abbassate
di circa 120 metri per poi risalire ma con varie pause. Sul fondo sono leggibili
le linee che corrispondono a queste pause e che oggi corrispondono a profondità
molto diverse popolate da organismi differenti. Qui si trovano fondamentalmente
alghe rosse calcareee di tipo corallino su cui spiccano le ramificazioni delle
eunicelle bianche. Vivono il riccio diadema, l'aragosta e
grosse cernie che si sono fatte le tane negli anfratti della roccia.
Fuori dalla zona A, all'esterno di Isola delle Femmine è possibile
immergersi nei cosiddetti Canyon, fratture tra i 28 e i 40 metri ricoperti da un
rigoglioso coralligeno sovrastate da alcune ramificazioni delle eunicelle
bianche, mentre sulla parete le gorgonie rosse e qualche ventaglio rosso e
giallo offrono uno scenario spettacolare. È sicuramente l'ambiente più colorato
di tutta l'area marina protetta, dove al rosso delle gorgonie fanno da
contraltare sciami di anthias, grossi scorfani, cernie e mustelle. Ancora più in
profondità tra Isola delle Femmine e Sferracavallo, su un banco di sabbia, è
adagiato il relitto di un Junker 52, inabissatosi il 18 aprile del 1943
nel corso di una battaglia aerea durante il secondo conflitto
mondiale.
Le GrotteLa zona di Capo Gallo è
ricca di anfratti e piccole grotte, per lo più semisommerse, che si aprono
soprattutto lungo la costa Mazzone nel settore di ponente, quello compreso tra
il faro e Punta Barcarello. Queste grotte marine modellate attraverso i
millenni dal mare, conservano antiche tracce storiche, che possono raccontarci
l'evoluzione e le vicende di questi luoghi. Le acque hanno scavato autentiche
cavità tipiche del carsismo con grotte, inghiottitoi, cunicoli sia sott'acqua
che sulla terra emersa. Tra le grotte più belle ricordiamo la Grotta dell'Olio che si apre a pelo d'acqua, i cui fondali
sono ricchi di fauna e vegetazione variopinta e ospitano il relitto di una nave
cartaginese con un carico di anfore. La grotta riceve luce da cavità che
comunicano con l'esterno. La visita della grotta si completa con le zone
esterne, dove una ricca copertura di alghe avvolge i massi tra prati di
posidonia. All'esterno della grotta sulla destra dell'imboccatura si sviluppano
una serie di tunnel con roccia colorata dalle alghe rosse e dalle spugne che vi
crescono addosso. Procedendo sulla parete a sinistra invece, s'incontra un
enorme arco di roccia con la volta tappezzata da madrepore arancione. Nella zona
della Marinella si trova la Fossa del Gallo a 130 m s.l.m il cui
accesso rimane riparato da enormi massi che ne occludono la visione dall'esterno
e ne rendono difficoltosa la perlustrazione. Le pareti della Grotta
Regina, dritte e lisce, conservano centinaia di iscrizioni e di disegni di
periodi diversi, che rappresentano figure umane e animali fra le quali si
distinguono un guerriero punico, un orso, un cavallo, un braccio avvinghiato da
un serpente, tre navi, preghiere e firme. Le iscrizioni in lingua punica,
neopunica, libica, sono state tradotte da esperti e hanno confermato la presenza
di gruppi fenicio-punici di commercianti. Un disegno sulla parete sinistra della
grotta raffigura un'antica nave da guerra cartaginese. La Grotta
Impisu, che si apre a Sferracavallo in località Schillaci ha rivelato
tracce di presenza umana di epoche preistoriche. Sono emersi anche resti di
grandi animali vissuti (ed estinti) nel periodo del Quaternario, come il cervo e
l'ippopotamo. Esempio tipico del carsismo è la Grotta della Mazzara,
situata nella zona A della Riserva dove non possono essere fatte immersioni. Si
tratta di un lungo cunicolo in cui la luce degrada dolcemente verso l'interno
sino ad arrivare ad una zona completamente buia. Se si usano le torce è
possibile ammirare una spiaggetta di ciottoli, mentre nella zona anteriore
alcune fessure fanno filtrare la luce.
da http://www.siciliamare.eu/itinerari/Riserva%20naturale.htm
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