Grazie ai Vespri siciliani Messina e Palermo
si liberano dal dominio Angioino chiamando come re della Sicilia, nell’ordine,
Pietro III d' Aragona, Giacomo e Federico II d'Aragona. Prima della pace di
Caltabellotta, gli Angioini cercarono di riconquistare le città perdute,
soprattutto Messina. Roberto D'Angiò, per conquistare tale città, mandò il
suo esercito a Catona e assediò Reggio Calabria, in modo da bloccare gli aiuti
per Messina che al momento era governata da Federico II D'Aragona. La città
soffriva una grossa crisi alimentare. Nicolò Palizzi suggerì di andare da
Alberto da Trapani, già considerato Santo per dei grandi prodigi che aveva
effettuato. Il giorno seguente, Federico II e la sua corte si diressero alla
Chiesa del Carmine in cui Sant'Alberto celebrava la messa. Egli cominciò a
pregare ed alla fine delle sue preghiere una voce dal cielo gli confermò che le
sue preghiere erano state esaudite: si videro arrivare tre navi i cui equipaggi
scaricarono del grano. I messinesi si convinsero che le navi fossero state
mandate dalla Madonna. L’evento determinò la nascita della tradizione del
"vascelluzzo". Tutti corsero ai piedi del Santo per ringraziarlo, lui li
benedì e lì esortò a credere in Dio e nella Madonna della Lettera. Qualche
giorno dopo arrivarono altre quattro navi cariche di vettovaglie. Roberto
d'Angiò capì che non poteva più sconfiggere la città per la fame e si convinse
ad arrendersi e stabilì un trattato di pace con Federico II D'Aragona. La
leggenda narra che in quei giorni accadde un altro prodigio: una signora vestita
di bianco passeggiava sugli spalti delle mura con lo stendardo di Messina, un
francese lanciò una freccia contro di lei ma la freccia ritornò indietro. Anche
in questa occasione la Madonna della Lettera difese Messina. Sant'Alberto morì
nel 1307.
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