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giovedì 13 dicembre 2012

adranon

La cinta muraria 


Nata per volere di Dionigi I nel 400 a.C. circa, in posizione strategica sulla valle del Simeto di fronte al picco su cui sorge Centuripe, Adrano mantenne questo carattere di centro fortificato per lungo tempo. Le indagini archeologiche mostrano che fu una città fiorente, per quanto siano poche le notizie delle fonti storiche sulle sue vicende.

Già nel 1781 il principe di Biscari, nel suo elenco dei resti di Adranon greca allora visibili, citava tratti della cinta muraria in contrada Difesa e presso la chiesa di S. Francesco: "Magnifica è la costruzione di essi, essendo internamente formati di grosse pietre di lava, ben riquadrate e connesse senza calce". Il pittore Jean Houel raffigurava, in uno dei suoi celebri acquerelli, un tratto fortificato della cinta, ma solo agli inizi del XX secolo Paolo Orsi intraprese la prima campagna di scavo del tratto fortificato di contrada Difesa, lungo circa quattrocento metri.


Antica veduta del tratto della cinta muraria di contrada Difesa
(J. Houel, fine XVIII secolo)


In quei lavori furono sgomberate, dove possibile, le sovrapposizioni moderne e si effettuarono i primi rilievi. Le mura, corredate da torri quadrangolari e postierle, erano realizzate secondo sistemi di costruzione tipici delle fortificazioni greche: a doppio paramento di conci lavici con un riempimento interno che Orsi definì una colmata interna di pezzame amorfo, buttato quasi alla rinfusa. Vennero individuate due postierle e isolato il grande torrione addossato alla chiesa di S. Francesco, abbattendo due casotti che ne mascheravano i fianchi.


La città di Adranon in rapporto al centro moderno

Le case


Pochi sono gli elementi abitativi emersi dagli scavi, che pure testimoniano la presenza di case simili a quelle rinvenute in altri centri greci della Sicilia. Il sovrapporsi della città moderna sull’antica, infatti, offre un quadro della situazione solo in parte leggibile. Allo stato attuale delle conoscenze, non ci sono ritrovamenti sicuramente riferibili alla prima metà del IV secolo a.C.


Abitato di Adranon.Resti di una casa del III secolo a.C.

I resti più antichi dell’abitato sono stati infatti datati, sulla base della ceramica ritrovata, alla seconda metà di quel secolo, forse perché solo allora il centro cominciò ad acquisire la fisionomia di città. Le case rinvenute si datano per lo più tra la seconda metà del IV e il III sec. a.C., periodo di maggiore fioritura del centro greco.



Abitato di Adranon.
Resti di una casa del III secolo a.C.
(particolare del sistema di canalette di scarico)

Le campagne condotte negli ultimi decenni hanno dimostrato che la città presentava l’impianto urbano ortogonale tipico delle città greche.


I resti dell'abitato di Adranon all'interno del centro moderno.
In colore grigio il percorso della strada antica scoperta nel 1981.

Le necropoli


Le necropoli di Adranon si estendevano ad occidente e ad oriente della città. Purtroppo, l’abusivismo edilizio ha sottratto allo studio intere porzioni delle antiche aree sepolcrali e l’attività degli scavatori clandestini ha provocato la dispersione di moltissimi oggetti nei mercati internazionali.
Anche per le necropoli vale quanto detto a proposito dell’abitato: esse infatti non risalgono ai primi anni di vita della città, ma a fasi più tarde.

Della necropoli occidentale (contrada Sant’Alfio) sono state riportate alla luce diverse tombe, databili sulla base dei corredi funebri fra la fine del IV e il III sec. a.C. Accanto a sepolture “a fossa”, si sono ritrovate numerose deposizioni “a cappuccina”. Tra i corredi funebri ricordiamo quello preveniente dalla tomba di una donna, che presentava, fra i vasi per la toletta, una piccola pisside contenente un ago da cucito in bronzo.

La necropoli orientale, sebbene sia stata già oggetto di ricerche da parte di appassionati di antichità ottocenteschi, è al momento meno conosciuta. Di recente si sono aggiunti nuovi dati grazie allo scavo di una serie di tombe situate a poche centinaia di metri a sud del Municipio, databili fra la fine del IV al II sec.a.C. Anche qui le sepolture erano “a cappuccina” e a fossa. Fra gli oggetti recuperati vanno ricordati un vasetto a forma di ariete, probabilmente contenitore di unguenti profumati, e alcuni vasi a figure rosse di produzione siceliota.
 

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