organo amministrativo centrale, istituito (sec. XII) dai
Normanni
nel Regno di Sicilia, composto da cinque grandi ufficiali (ammiraglio,
cancelliere, protonotario, camerario, siniscalco), da alcuni consiglieri
e funzionari regi; in seguito furono aggiunti dei tecnici.
Guglielmo II la riformò attribuendole funzioni di alta corte di giustizia e staccando la Magna Curia
rationum che assunse il compito di organo finanziario, retto dal camerario. Gli
Svevi aumentarono a sette gli alti ufficiali. Gli
Angioini aggiunsero la Magna Curia
dei maestri razionali e la Magna Curia
del maestro giustiziere, anch'esse con funzioni di tribunali.
a
Magna Curia del
Regno di Sicilia venne istituita nel
1198 dal re
Ruggero II di Sicilia che per primo introdusse la figura del
giustiziere provinciale e dei
tre distretti siciliani di Val Demone , Val di Noto , Val di Mazara ed una
Camera civile in Val di Agrigento al di là del fiume
Salso determinando le provincie dei magistrati giuridici-economici
[1].
L'imperatore
Federico II di Svevia, nel suo imponente ritratto sul trono a presiedere la Magna Curia e la corte maggiore del regno siciliano
Nella Magna Curia con l'istituzione di magistrati e giustizieri
provinciali siciliani veniva assicurata la libertà civile dei sudditi e
si formava una autorità giudiziaria , perfezionata dalla figura del
maestro giustiziere che aveva facoltà di
avocarvi sia cause civili che penali e di decidere in base agli scritti del diritto . Propriamente detta
consiglio reale
, il re veniva assistito da sette grandi ufficiali e da fidati prelati e
baroni , per esaminare le cause appellate dai nobili . Con l'imperatore
Federico II essa ebbe la massima grandezza e dignità, rinnovata come tribunale di suprema, ampissima e ordinata giurisdizione
[2]. L 'istituzione venne anche descritta dall'arabo
Novairo[3] come
la curia del maestro giustiziere che con le sue
figure giuridiche
venne reputata conforme alle azioni dei re normanni inglesi.Nelle
costituzioni normanne l'imperatore Federico II cita la frase in
latina,
Nihil veterum principum authoritati detrahimus
come l'inizio della Magna Curia dove dichiarava di: 1 ) rimettere in
vigore ordini e istituzioni dei predecessori ; 2 ) deliberare e adattare
nuove riforme; 3 ) recare a forme migliori istituzioni antiche ,
vengono inoltre apportate severe modifiche anche a diverse tradizioni
linguistico - culturali, quella greco-bizantina, quella arabo-musulmana e
quella latina
[4].
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